L'indie-new age di Frayne all'ultimo capitolo, non più ispirata come ai tempi del primo album. Sembra sempre che debba scivolare in una losca via salottiera, tipo soundtrack da telefilm commerciale americano o da sonorizzazione di terza categoria, ma quando il sospetto attanaglia le orecchie sopraggiunge in aiuto la sua genuinità ispirativa.
Desert ocean è stato ispirato da un viaggio europeo che ha toccato anche i nostri lidi (il pezzo finale è intitolato Messina) e si sente. Al posto delle sterminate radure yankee c'è il Mediterraneo al centro dell'immaginario, col feeling rassicurante dei migliori titoli in scaletta (4th and 8th, Venture, Surf) e la voglia di far mettere a sedere e rilassare l'ascoltatore, senza nessun artifizio.
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