mercoledì 27 febbraio 2013

Locrian - The Crystal World (2010)

Impressionistica fusione di drone-metal e dark-ambient con squarci di post-rock atmosferico per il miglior disco dei Locrian, prepotentemente sbalzati all'attenzione internazionale degli estimatori di tali movimenti.
I due membri fondatori del progetto, Foisy e Hannum, sono insegnanti di college a Chicago. Cosa ne penseranno i loro alunni? L'inizio è dei più minacciosi; Triumph of elimination è sostenuto da drones e feedbacks sub-cutanei, e nell'oscurità grida atroci e rintocchi allucinogeni fanno presagire chissà quali abomini. At night's end continua il tema fino a quando entra in scena il neo-acquisto, batterista Hess, e la chitarra si fa acida e corrosiva. E' uno dei momenti più solenni ed ispirati, che ricorda i migliori Barn Owl.
La title-track fa pensare a qualche corriere cosmico armato di fuzz, Pathogens riprende il discorso infernale con 11 minuti involuti di battiti tribali e trivellazioni concrete. 
Il meglio sta nel finale. Obsidian facades brucia come da filiera drone-metal di alta qualità, ma nel finale sfuma con un melanconico tema di chitarre sognanti, rabbrividenti. Elevation and depths fa ancora meglio, col suo doom-gaze barocco e la coda di chitarra classica, violino ed accordion. Cornice.
Il secondo cd consta di Extinction, estremizzazione kilometrica dei loro drones. 54 minuti sono un po' troppi ma se si prendono come episodio isolato non manca di sollecitare corde dell'inconscio e di affascinare per le trovate shockanti, specialmente nel finale.
A prescindere da questo, il disco è uno dei migliori del genere. Un mondo tenebroso che sa rivelarsi poco a poco, imperioso ma fragile come il materiale di cui è composto.



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