Istantanea di una metamorfosi, fra il primo ispido avant-funk e il rabbrividente secondo, capolavoro.
Fins To Make Us More Fish-Like (2002). Ancora trascinanti e fautori di un no-funk-wave che non c'entrava nulla con il revival dei Gang Of Four tanto in voga in quegli anni. Le girandole ipnotiche di Pillars.. e gli scatafasci ritmici di Everyday is a child with teeth fanno passare in secondo piano Grown men..., un po' scontata. L'irruenza verbosa di Andrew è già un classico, Hempill non ha ancora dimostrato nulla del suo potenziale sperimentale.
We No Longer Knew Who We Were (2003). Ultimo prodotto con la sezione ritmica, ormai diventata un fardello pesante con cui convivere per i due leader. Se fosse preso come di un altro gruppo sarebbe anche potuto stare simpatico, ma in prospettiva non vale nulla. Rischiavano di invischiarsi nel revival sopra citato, ma......
There's Always Room On The Broom (2004). L'inno alla libertà ritrovata è la title-track, con la chitarra trasformatasi in un gracchiare gelido e i vocalismi beffardi che sono alienazione pura. Nel minuto e mezzo di Skull and crossbroomes sembra di stare dentro una lavatrice a tempo. Broom è nientemeno che la versione embrionale di A visit from drum, con un'altra tonalità. Era solo l'inizio.
Ma come, neanche un accenno alla bellissima copertina di There's No Room...?
RispondiEliminaIo sono molto orgoglione della mia copia in vinile. :D
Ma pensa che non avevo neanche fatto caso alla copertina fino ad adesso, davvero simpatica quella riga sopra la scritta EN.
RispondiEliminaE' un segno dei tempi, ma hai ragione: bisognerebbe parlare delle copertine!