martedì 12 febbraio 2013

Le Masque - Dal Diario Di Un Soffiatore Di Vetro (1998)

Che strano gruppo, i Le Masque. Troppo melodici e soft per attrarre il pubblico alternativo e troppo sofisticati e letterari per compiacere le masse. Un anomalia quasi indefinibile, ma che tuttavia continua la sua attività ad oltre 30 anni dalla fondazione.
Massimo rispetto, in ogni caso: un gruppo formula, di quelli unici, nel bene e nel male. Partiti negli anni del post-punk, le loro prime pubblicazioni erano lievemente influenzate dalla wave più vaporosa ed atmosferica ma già denotavano una notevole personalità, potrei dire, mitteleuropea decadente.
Abbandonata ben presto la lingua inglese, viravano verso un approccio decisamente letterario e la musicalità ne seguiva le orme con un aurea di malinconia distaccata, con l'ausilio di un cantante non particolarmente dotato, ma possessore del timbro giusto e della teatralità necessaria a centrare l'obiettivo.
Nel bene e nel male, questa raccolta sintetizza i primi 15 anni di esistenza discografica. C'è da dire che i bassi  sono un po' troppo stucchevoli e patinati, mentre gli alti si fanno apprezzare per l'alto lirismo ed una passionalità dal fiero imprinting made in Italy, come La bella estate, Colloquio, L'uomo felice. 
E in primis, lo splendore di una gemma come Le terre di Monluè.

3 commenti:

  1. What a beautiful find,didn t know italian music like this existed,thanks. Maybe you know other italian bands that sound like this

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  2. This is quite an original band, I suppose, but not one of the best in my opinion. If you like a similar "italian" feeling, I could suggest you Faust'O, just because is one of my favourite. Cheers

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  3. Thanks,i ll look into them,see you got lots of posts about them.What i like about le masque is the melodies and the sophistication,at times its almost akin to what an italian sophistipopband would sound like from this time,i hear david sylvian and durutti column float by occasionally here

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