Quanto Mental-hour sound che ci sento qui.....Ma più che altro è il sentore progenitore che emerge, dovuto al fatto che non ho mai troppo amato il trip-hop nè la jungle. Occorre però far presente che gli artisti racchiusi sotto il cappello LHF (sono 4 le sigle presenti) l'hanno pensata bene; fare un doppio in cui mescolare un po' tutto, dividersi responsabilità e meriti e magari con un po' di vanagloria cercare di produrre un ambizioso bignami dell'elettronica alternativa degli ultimi vent'anni.
Detto questo, Keepers of the light è un ascolto piacevole, non soltanto di sottofondo. Certo, la durata è impegnativa (oltre due ore), ma basta dargli la funzione che svolge e cioè, l'effluvio di ritmi sintetici abbinati a più o meno buone soluzioni melodiche (con menzione alle sole due, ma ottime tracce di Low Density Matter).
A condizione che quella vanagloria sia in buona parte auto-ironica.
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