Non troppe parole per uno dei più ricordati e stimati compositori che siano usciti da quel fenomenale laboratorio che era l'Italia dell'avanguardia dopoguerra.
Futurissimo è un cervellotico e cupissimo esperimento per orchestra ed effetti elettronici, di un ossessività micidiale e di una tensione opprimente che più non si può. Insomma, non proprio ciò che ci si aspetterebbe da questo compìto signore dall'aria stupita al momento di essere immortalato.
I titoli sono in francese e sembrano tematici al riguardo dello spazio extra-terrestre. Le partiture di archi sono drammatiche (con un motivo ricorrente che fra l'altro è bellissimo di sè, nella sua epicità), le bordate elettroniche sono perfettamente a tema sci-fi ma sempre in continua evoluzione, mentre un ruolo importante lo ricopre una chitarra elettrica che, seppur a tratti, disegna distorsioni psichedeliche e punteggiature minacciose.
Qui non si anticipa nè l'industriale, non si naviga nell'astrattismo di molta library nè ci si affianca agli altri. Il Maestro toscano semplicemente proiettava in un altro mondo, indefinito e misterioso.
u---p---p--a--g---k commento futurista
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