La chiara dimostrazione che i Beach House iniziano a fare scuola, a soli 6 anni dal primo album, è l'esistenza di questo gruppo di Baltimora la cui leader Hunter possiede un timbro particolare e seducente proprio come la divina Victoria Legrand.
Al di là delle assonanze vocali (peraltro calcate anche nelle cadenze), musicalmente la ripresa è parziale perchè a fronte di 2-3 pezzi la cui scarna struttura e le atmosfere riportano alle meraviglie oniriche del duo di Baltimora, i LD cercano di mischiare le carte con risultati altalenanti. Fra elettronica vintage, qualche spruzzata new-wave e persino memorie Stereolab, Nootropics si svolge in un limbo di indecisione che un po' incide sulla generica leggerezza che il gruppo vorrebbe comunicare, peraltro in presenza di 3-4 composizioni davvero gradevoli.
Una maggior compattezza gioverebbe, ma in conclusione non sembrano essere dei fenomeni.
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