venerdì 8 marzo 2013

Lungfish - Pass and stow (1994)

Veterani del post-hardcore, tornati di recente con un disco dopo lungo silenzio (forse dovuto alle numerosissime uscite del cantante Higgs, ormai reinventatosi banjoista freak mistico), i Lungfish hanno costruito una carriera alla Dischord in penombra rispetto ai nomi più noti sulla base di una formula testarda che più testarda non si può: strutture circolari e rocciose in mid-tempo e salmodiare monotono di Higgs.
Un archetipo che sfugge qualsiasi ammiccamento e/o momenti di pathos emotivo, che è un ossessione controllata, un brancolare monodimensionale senza ritegno.
Diventa difficile così parlare dei loro dischi, perchè pare che l'adeguata comprensione dei testi sia imprescindibile per apprezzarli. Per quanto riguarda Pass and stow, ci sono una buona quantità di riffs e colpi ben assestati, ma al temine si tende a ricordare i momenti che si distaccano dal mood generale (come la ferale psichedelia di One way all the time o il concertino di scacciapensieri di In praise of amoral phenomena) e restare leggermente tediati dal mood complessivo, un po' troppo statico per coinvolgere.

4 commenti:

  1. Ma il disco degli Skull Defects con Higgs alla voce l'hai sentito? Secondo me è di gran lunga meglio rispetto ai Lungfish.
    Higgs solista live è un gran divertimento, comunque. Lui è un personaggio!

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  2. No, mai sentito...Posso immaginare che sia divertente, ascoltando i suoi deliri voce e banjo....

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  3. To'
    http://goo.gl/aHMLk

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  4. Non sembra per niente male.....darò attenzione

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