Duo californiano dei 90's dal percorso breve e schizofrenico, dei veri campioni d'indecisione sul filone da seguire; saltando di palo in frasca, fra folk, psych-rock ed acid-noise, non hanno realizzato nulla di memorabile ma questo episodio segna un pregevole prodotto di industrial-ambient in linea con le migliori produzioni del tempo, fantasiosa e dai tratti fortemente rituali.
Persino all'interno di un solo disco, i MC non riuscivano a stare in un canale omogeneo, ma in questo caso l'indecisione gioca a favore. Si passa fra tribalismi in sequencer, estasi flautistiche, flussi gelidi di dark-ambient non standardizzata, stantuffi allucinogeni (All is not god that glitters, notevole), persino una tenue ballad folk, fino a giungere ai catacombali 20 minuti di The death of sweetness, titolo programmatico per il cruento spegnimento di tutte le luci sporadiche apparse in precedenza.
Esoterismo abbastanza originale.
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