Sì, è vero che c'è un limite a tutto e forse O'Malley e Plotkin l'hanno superato, ma quanto coraggio e voglia di sperimentare che c'è nei loro progetti.
Lotus Eaters, che probabilmente si è fermato con questo ultimo parto, è l'espressione dark-ambient dei due, assieme ad un altro abitueè, Turner degli Isis. Tre tracce senza titolo che ereditano testimonianze di un lontano industrial esoterico. Soltanto 30 minuti per la prima, che nella prima metà propone un mesto festival di percussioni di fortuna e drones acuti: affiora il ricordo di Organum di fine anni '80.
Passato lo sferragliare, restano i sinistrissimi ronzii di allucinazione collettiva. Durissimo.
La seconda, soltanto 5 minuti, è appena percettibile fino a quando, al terzo minuto, scoppia un arcobaleno di suoni e colori, come se un coro di cornamuse stessero intonando la stessa nota all'infinito (e pare giustificare la presenza dell'accordion che O'Malley tiene in mano nella foto).
Il quarto d'ora della terza, infine, sembra stabilire un parallelo con l'Oren Ambarchi più ermetico, ma in una veste violentemente repressa. Il finale di organo minimale e voce manipolata lascia con un quieto interrogativo: dove mi trovo?
Nessun commento:
Posta un commento