martedì 9 luglio 2013

Osso Exótico - I (1990)

A memoria, il primo gruppo portoghese che mi sia capitato di ascoltare. E quale qualità, peraltro: purissima avanguardia ottenuta da radici industriali, con temibili incursioni di teatralità dell'orrido (l'influenza bargeldiana è la prima delle pochissime che mi sovvengono all'ascolto), percussività dirompente alternata a stasi melmose che incutono una suspence che a 23 anni di distanza fa ancora il suo effetto.
La lunga suite Osso Exòtico riempie tutta la prima facciata: turbolenza concreta, tuoni in lontananza in loop, spirali industriali di rumore bianco, frasi inquietanti di synth. Una delle caratteristiche più peculiari di OE sta nel maltrattamento di un violoncello, presumibilmente elettrificato, che diventa strumento di tensione e assume  addirittura connotati proto-drone-metal in " ", spiazzante e saturata fra il frinire estivo di grilli e cicale. Gli 11 minuti di Lunar circus maximum si dispiegano fra un drone acuto che spacca il cervello e la fase recitata con voce sprezzante e brutale, a sua volta inserita in un contesto tribal-gotico in The new stone age.
A riprova del loro valore, basti prender nota del fatto che uno dei fondatori è David Maranha, che ancora oggi è uno dei performer sperimentali più rispettati al mondo. 
Spericolati.

3 commenti:

  1. Dal Portogallo ti consiglio gli ottimi Black Bombaim

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  2. Mai sentiti. Ma mi pare di leggere che facciano psych-stoner, corrisponde a verità?

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  3. Sì, ma secondo me viaggiano più sul lato psych che su quello stoner - che pure c'è e si sente in abbondanza!!!

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