Erano un mix di tutto il meglio che ci fosse in giro all'epoca. Il senso epico più scuro degli Echo & The Bunnymen, le visioni isteriche meno disincantate dei Teardrop Explodes, la seriosità elegante dei primissimi Spandau Ballet, le derive insane dei Bauhaus, e portavano in dote un manipolo di songs poco meno che memorabili.
Lo psicodramma della title-track è esempio di impavido aggirarsi fra debolezze melanconiche ed energici tribalismi. Gathering dust è un devastante motorik spaziale. Gli inferi martellanti di 16 Days,le meditazioni di Grief, i canali foschi di Black Houses, gli U2 corrotti dai Joy Division di Smiles and laughter, sono gli highlights di un disco che altrove cerca di estremizzare il funk bianco che si prendeva un altra buona fetta di mercato all'epoca.
Il potenziale per esplodere e fare un'ottima carriera quindi c'era senz'altro per il quintetto, se non chè l'anno successivo furono protagonisti di una choccante svolta commerciale, con un solo fuoco di paglia e gli stenti successivi fino allo scioglimento, avvenuto nel 1990.
(Originalmente pubblicato il 09/11/2009)
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