Tra i tanti modi di fare revivalismo ambientale, c'è una via ammirabile che vede protagonista questo duo misto dell'Oregon, ovvero cercare la trascendenza con testardaggine e caparbietà fino a raggiungerla in appena mezz'oretta di Spirits of the sun.
Dalla loro hanno anche un occhiolino strizzato all'ambient-drone-gaze di questi anni, che contribuisce attivamente a trasfigurare questi splendidi 4 pezzi: 111 vede la voce femminile intonare un coro ultraterreno, fino al sopraggiungere di una breve tempesta elettromagnetica che introduce il sublime trip cosmico di River, mutuato dai corrieri tedeschi ma davvero memorabile nel suo svolgimento armonico.
Il crescendo incessante di The field rivela un'aspetto ambientale che ha quasi del gotico; la chiusura è riservata ai 12 minuti di Born into light, altro mantra celestiale di grande suggestione.
I nomi che vengono subito in mente sono, oltre ai corrieri cosmici, Grouper, Voice Of Eye ed duo inglese ormai dimenticato che fu protagonista negli anni '90 di una piccola azione pionieristica che forse oggi andrebbe rivalutata, ovvero i Flying Saucer Attack. Ma al di là di tutto, Spirits of the sun è veramente molto, molto bello.
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