Un pensiero gentile per il buon Jason Molina che è venuto a mancare qualche mese a causa delle conseguenze di abuso d'alcool, nonostante si fosse ritirato da tempo in una comunità per disintossicarsi. Diciamo la verità, a posteriori non è che sia stato un personaggio memorabile nel panorama dei neo-cantautori rurali americani: figura di seconda fascia, che intorno al 2000 sfruttava le rinnovate onde di attenzione per le musiche acustiche per trovare un po' di visibilità anche grazie alla Secretly Canadian che lo manteneva fedelmente a catalogo.
Dopo i suoi migliori dischi Ghost Tropic e The Lioness, però, ripiegava sul classicismo stretto e potava alle radici qualsiasi ingerenza esterna che non riguardasse un cantautorato fin troppo asciutto e neilyounghiano. E anche un po' stancante come Didn't it rain, che contiene qualche buona melodia ma che ha il difetto enorme di non subire nessuna variazione all'interno di ogni singolo brano: lo schema è sempre quello e lo sbadiglio è garantito. Peccato.
Riposi in pace.
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