domenica 8 dicembre 2013

Sound - In the hothouse (1985)

In epoca new-wave, la pubblicazione di un live poteva equivalere alla definitiva consacrazione, magari non necessariamente commerciale ma quantomeno di reputazione ed importanza. Nel caso degli sfortunati Sound invece, rappresentò il canto del cigno di una carriera più che dignitosa, che forse non ha partorito un capolavoro degno di essere citato fra le pietre miliari del genere ma ha soltanto generato una manciata di buoni album intrisi di energia e visceralità.
Quando fu registrato In the hothouse avevano già di fatto rinunciato al successo lasciandosi alle spalle l'esperienza major ma paradossalmente con Shock of Daylight e Heads and hearts, pubblicati l'anno precedente, avevano raggiunto una perfezione melodica col songwriting di Borland sempre più raffinato.
La scaletta del live pesca in maniera equilibrata dal repertorio; sulla scelta dei pezzi come sempre si tratta di soggettività, per quanto mi riguarda ci sono Sense of purpose, Missiles, Under you e Total recall a viaggiare sopra la media.

3 commenti:

  1. Per me invece Jeopardy resta una pietra angolare del post-punk britannico.

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  2. Un gruppo che adoro e che merita di essere ricordato. Molto bello anche il box 'The Dutch radio recordings' che raccoglie cinque concerti olandesi.

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  3. insomma, i Sound erano bravi, ma erano un gruppo che ha sempre giocato in serie B.
    dischi dignitosi, i primi due in particolare, ma le pietre miliari sono altre.

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