Poco tempo fa scrivevo due righe sugli Shock Headed Peters, ed alla fine mi chiedevo se mai avessi sentito qualcuno replicare le loro gesta. Ora ascolto per la prima volta questo quartetto di Cesena ed ecco la pronta risposta alla mia domanda: dopo 30 anni ecco qualcuno che si ispira (non so quanto volontariamente, però è inevitabile) all'art-post-wave decadente e surreale di quella entità, con le dovute traslature temporali ma in maniera significativa, a partire dalla clamorosa somiglianza dell'impostazione vocale del cantante con Karl Blake.
Sia chiaro, asserisco questo in un'accezione positiva perchè con queste premesse i Suez fanno sentire la loro impronta personale: oltre agli impliciti tributi ai Peters (Things don't change, Bloop, la ballad pianistica Anything), ci sono pezzi accattivanti di chiara derivazione new-wave (Boys must cry, Chains) ed un paio di perle post-moderne dagli umori mutanti come Head bang e 1.000 Years.
Non conosco l'età ed i trascorsi ma credo che possano fare ottime cose, crescendo.
Nessun commento:
Posta un commento