In tutta sincerità, non mi ero mai curato di questo artista americano fino a quando, poco più di un anno fa, si parlò di Soulnessless, che conteneva questo pezzo lungo 30 ore, e che con ogni probabilità ha raggiunto il guinness dei primati. La mia curiosità è stata tale che non ho potuto fare a meno di ascoltarlo, ovviamente durante l'orario di lavoro a più sessioni, a basso volume ma facendo attenzione. Non che mi aspettassi chissà cosa, ma al termine il mio responso è stato pura, autentica truffa.
A dispetto di ciò, ho voluto comunque dare un ascolto ad uno dei suoi primi dischi; divisa fra house, ambient e velleità sperimentali, la carriera di Thaemlitz è sempre stata contraddistinta da una forte ideologia socio-filosofica, dovuta al suo essere rappresentante pubblicamente attivo dei transgender. A volte, per un artista, dare più spazio ai concetti e ad altri campi porta a perdere un po' di concentrazione sull'aspetto strettamente musicale: in ogni caso Soil fu un discreto lavoro di pura ambient enoiana, con un momento eccelso (Ageing core, aging periphery) ed un interessante collage illusionista (Yer ass is grass), ma nella sua sostanza nulla di particolarmente memorabile per il genere.
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