Su di loro ho già espresso più o meno tutto qui, qui, qui e qui. Giunto ad un quinto post su di loro, inizio a pensare che avrebbe maggior senso costruire una monografia, all'interno della quale The red line ha una postazione cruciale e ben definita, margine fra i primi ineffabili anni e la seconda parte maggiormente elettronica, per non dire plastificata.
Venti tracce per 70 minuti, la solita beffarda attitudine gigionesca ed un mare di spunti; per il greatest hits sul versante rock ci sono Play in the summer, Don't bundle up, la complicata The dark gift e Ragged agenda. Ma mai fermarsi agli highlights, con i Trans Am:: sono da prendere in blocco, o lasciare.
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