Ristampato un paio d'anni fa, e meritoriamente in quanto da recuperare, TAC vedeva il debutto un quintetto coeso e molto diverso da ciò che il leader Balestrazzi sviluppò in seguito come propaggine di fatto solista, ma sempre al nome TAC legato.
Trattavasi di qualcosa di difficilmente definibile in cui c'erano svariati stili: jazz-rock spastico, elettronica industriale, post-funk, chitarrismi atonali alla Captain Beefheart e persino Rock in opposition (Introdotta la scrofa nel mattatoio ricorda abbastanza gli Stormy Six di Macchina maccheronica). Le declamazioni psicotiche della voce, o per meglio dire autistiche come lo stesso vocalist si dichiara, contribuiscono a rendere il risultato ancor più deviato. A dispetto dell'apparente approccio semi-serio, i TAC non scherzavano molto: seppur frammentario e datato nei suoni che sia, a 30 anni il processo appare ancora molto creativo.
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