Una spanna sotto il debutto eponimo, Conqueror perpetrava il delitto con una maggior iniezione di melodia.
Se l'impatto è di conseguenza meno tortuoso (le tastiere fanno da contrappunto in diversi pezzi, con la comparsa addirittura del vibrafono in un paio), la trovata splende ancora di magnificenza e rude solennità per quasi tutto il disco. Il cui apice è rappresentato dai 10 minuti di Weightless & Horizontal, ma vale la pena citare anche Old Year, Transfigure e Medicine.
Sembra che siano passati 50 anni dai Godflesh, tanto è l'ottimismo che si respira.
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