Documentario prodotto da due registi americani che ha come tematica 4 grandi genocidi del secolo scorso. Non proprio una cosetta leggera, ma il compito di sonorizzarla è stato commissionato a Kenniff che realizza 18 quadretti di breve durata e forse cerca di assecondare il senso del prodotto, che ovviamente sensibilizza sulle atrocità trattate cercando una via di ottimismo nella maggior diffusione possibile di senso civico ed umano.
Così Kenniff si traveste un po' da Goldmund ed un po' da Helios, seppur rinunciando ad ogni forma di battito percussivo, trova qualche commistione eccitante (in Lux sembra quasi di sentire la fragile presenza di Skelton, con quel violino) e lascia piccole pieces in sospeso, probabilmente vincolato dai ritmi del documentario.
Ma alla fine il vero senso della soundtrack è che Kenniff sperpera talento e armonie incantevoli come se ne avesse una cava aperta. Attendo sempre il momento in cui otterrà un maggiore riconoscimento.
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