Grande, grande talento visionario questo ragazzo toscano che ho scoperto soltanto di recente. Non mi era mai capitato di leggere qualche recensione ed ho visto il suo nome in continuazione sulle liste dei concerti nei locali di mio interesse, ma l'intestazione del progetto non proprio memorabile mi aveva spinto a sorvolare senza neanche documentarmi.
Dotato di un songwriting di media altissima, Mariotti recupera concrete reminescenze di un passato ormai remoto legato a cantautori storici che imbarazzerebbe anche il solo nominare. Ma per rispetto alla sua stoffa preferisco non pronunciarmi, bensì trovo sensato concentrarmi sul mistero del semi-papero, raccolta che regala un'emozione dietro l'altra, sventagliando passaggi malinconico-pastorali e sardonici stomp-blues come se nulla fosse, con tutto ciò che ci può stare nel mezzo. La voce di Mariotti fa lo stesso percorso, passando da falsetti visibilmente auto-ironici a grida strozzate a toni estatico-teatrali.
Gli arrangiamenti sono esclusivamente vintage, guidati dalle linee acustiche ma spesso ispessiti da azzeccatissimi archi. Non si possono non menzionare almeno 4 gioielli, come il melodramma orchestrale di Rustling che apre l'elenco facendo già sobbalzare sulla sedia. Pop skull inizia come un canonico e conviviale folk-rock, per poi trasfigurare in un'umida escursione lisergica. Il top risiede in 's Hertogenbosch Blues Festival, commovente fino allo sfinimento, per classica, pianoforte, violini e voce spezzata. You're an animal, quasi canterburiana nei suoi scarti, è un intensissimo preludio al finale spettrale di Sudden death, che sta a sintetizzare il concetto base di Mariotti: il folk psichedelico è alla base di tutto, purchè assistito da un ispirazione che, rivolta al passato, diventa senza tempo quando il talento è così clamorosamente espresso.
Un piccolo orgoglio nazionale; spero tanto che non si perda.
Nessun commento:
Posta un commento