Da quanto tempo non lo ascoltavo....forse 7 o 8 anni, direi, eppure quegli armonici fragili che lo aprono mi mettono ancora i brividi. Una lieve lieve progressione, come un lento albeggiare fino all'arrivo di basso e batteria, incedere smorzato e balbettante, pausa spettrale e poi boom!. Have a safe trip, dear, l'augurio era particolarmente propizio: nell'anno di gloria 1995 i June of '44 furono proprio ciò che ci aspettavamo noi già nostalgici degli Slint, o coloro che erano stati fulminati dai Rodan l'anno prima.
Un packaging disarmante: fragile cartoncino in 3 facciate (l'altra sera gli ho buttato un'occhio, il deterioramento è visibile), tema navale, laconicamente parco di note.
Sul disco in sè, beh: è risaputo che il loro migliore è stato Four great points, ma Engine conserva tutt'ora un posto molto speciale, che sperimentasse (Pale horse sailor), che violentasse (Take it with a grain of salt), che rilassasse (I get my kicks for you). E se il concetto di supergruppo per una volta funzionava alla grande, era giusto esaltarsi. E come sempre, un grande grande grande Doug Scharin.
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