Mai immaginato una versione post-progressive dei Built To Spill? Io no, e forse neanche altri. Ebbene, dopo anonimi inizi indie questo ottimo trio di San Francisco virò bruscamente sulla fresca complessità di Us upon, che non riesco a smettere di ascoltare da 24 ore filate.
Prendiamo le cantilene esistenziali adulte di Doug Martsch, la sua voce adolescenziale nonostante gli anni che passano, aggiungiamo l'attitudine a complicare gli schemi con arrangiamenti scarni ma arzigogolati, ed una forte, fortissima attenzione alla batteria ed ecco spuntare i Tartufi. Il brano simbolo è la mini-operetta indie Mourning's wake, capolavoretto di 8 minuti e mezzo che sintetizza i loro barocchismi. Spiccano sopra la media le scoppiettanti Ebenezer you are rotten e My loathsome hero: è un ottovolante di emozioni e scosse, le cose funzionano meglio quando i tre pigiano l'acceleratore ma in generale l'esperimento, voluto o no che fosse, è andato a buon fine. Bravi.
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