Con notevole ritardo, sono alla scoperta dei grandi progressivi francesi e Clearlight Symphony ne fu nome di punta in quanto supportato dalla Virgin, allora in subbuglio per l'inaspettato successo di Tubular Bells. Ma non soltanto per quello; il mastermind Cyrille Verdeaux, grande e creativo tastierista, compose 40 minuti al solo pianoforte, dopodichè chiamò alcuni Gong a costruire queste due magnifiche suite strumentali senza titolo, contrassegnate soltanto dalla parte del vinile che si metteva sul piatto.
Più dinamica, a tratti trascinante, la prima (sugli scudi il chitarrista Boulè, con interventi mirati ed incisivi); più spaziale e sinfonica la seconda, anche per la mancanza totale di sezione ritmica, con i fiati di Malherbe ad infiorettare. Nel suo complesso, CS è una raffinata escursione che resta più legata al progressive per le partiture ma distribuisce bubboni space e freakerie gonghiane quanto basta per renderla ancora più interessante, 40 anni dopo.
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