Spettacolare joint-venture per due gruppi dell'allora Cecoslovacchia, all'ombra di un regime opprimente che fra le tante imposizioni vietò persino l'uso della lingua inglese. I Blue Effect, qui in versione power-trio effetto della temporanea esclusione del cantante, avevano esordito nello stesso anno ed erano in pieno transito dal blues al progressive, guidati da un chitarrista prodigioso, Hladik, virtuoso di gran gusto. Per i Jazz Q Praha, quartetto programmaticamente nominato ma con grosse tendenze free, invece era la prima testimonianza discografica.
In questa fusione, il settetto risultante fece faville. I 20 minuti di Coniunctio I furono il manifesto; apertura impetuosa su ritmo blues-rock con le tastiere ed i fiati in libera uscita, break progressivo per flauto pastorale, ripresa free-jazz e finale acrobatico in cui gli stili si incrociano mirabilmente. Nel resto del disco non si assiste più a questo amalgama generale, ma le imprese non mancano: il puro free di Asi Půjdem Se Psem Ven, la jam blueseggiante Coniunctio II che altro non è che uno showcase delle singole abilità dei musicisti, e soprattutto la magnifica Návštěva U Tety Markéty, Vypití Šálku Čaje, unica traccia composta dai Blue Effect, 6 minuti di pura magia progressiva guidati dalla grande chitarra di Hladik.
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