Il testamento artistico della prima fase della Marshall, tormentata e costellata di tante bellissime cose, e per molti il suo vertice espressivo (per me invece resta Moon Pix).
La partecipazione al disco di celebrità come Grohl e Vedder forse restò un'abile mossa pubblicitaria che le fece guadagnare notevole popolarità, ma fortunatamente restarono comparsate molto marginali (anzi, io della presenza di Vedder non me ne accorsi e direi neanche tutt'ora). You are free è un catalogo, un photobook ricco di istantanee: c'è la ballad psichicamente depressa (Werewolf), c'è il cantilenante soffio delicato (Fool), persino una mutuazione di PJ Harvey (He war), la tirata elettrica allo spasimo (Speak for me), l'accademica pianistica a là Covers Record (I don't blame you, Maybe not, le bellissime Names e Evolution).
Un lieve calo d'intensità nella seconda parte è rilevabile, ma non inficia comunque il talento della folle nel far vibrare le corde giuste con la massima semplicità.
gran disco, il mio preferito della gatta!
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