lunedì 21 maggio 2012

Christina Carter - Lace Heart (2005)


In solitaria, la Carter dei Charalambides se ne esce com'è fin troppo facile immaginare: litanie minimalissime di chitarra elettrica pulitissima, soffuse vocals spianate su un estasi quasi irreale, per una che peraltro ha un timbro molto bello e suadente.
A guardare il bicchiere mezzo pieno, tre quarti d'ora di rapimento onirico che funziona bene quando c'è un minimo di canovaccio compositivo (molto bella Intentions, non male anche To Surrender). A guardarlo mezzo vuoto, una tiritera infinita che già stanca per la nudità della strumentazione (e la Carter non è esattamente una gran chitarrista), e finisce per annoiare profondamente nel resto del disco. Se considero che il mezzo pieno occupa circa 10 minuti, è facile concludere che Lace heart è un po' una palla al piede.

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