Bravo compositore francese che soltanto negli ultimi anni si è avvicinato ad una forma di art-cantautorato (finendo curiosamente per somigliare a David Sylvian), e che in questo che è forse il suo disco più ricordato invece opera in una via neo-classica-pianistica, molto cinematica.
Il suo forte è la delicatezza del tocco, nonchè la creazione di ambienti accorati quasi sempre soltanto con l'ausilio del solo piano. I momenti più spessi, col synth, vanno a parare su una ambient celestiale quasi new-age (Radiophonie n. 2, la lunga chiosa di Nocturne Urbain).
In generale il disco sembra risentire un po' dell'aspetto totale di soundtrack (non mi sono documentato, probabilmente può anche esserla in realtà), nonostante certi spunti siano davvero notevolissimi.
Il suo forte è la delicatezza del tocco, nonchè la creazione di ambienti accorati quasi sempre soltanto con l'ausilio del solo piano. I momenti più spessi, col synth, vanno a parare su una ambient celestiale quasi new-age (Radiophonie n. 2, la lunga chiosa di Nocturne Urbain).
In generale il disco sembra risentire un po' dell'aspetto totale di soundtrack (non mi sono documentato, probabilmente può anche esserla in realtà), nonostante certi spunti siano davvero notevolissimi.
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