Anzichè andare a trafugare la moltitudine di nastri lasciati incompiuti, i compilatori hanno preso la saggia scelta di recuperare queste rare incisioni risalenti agli anni '70, che mostrano il lato più organizzato, se vogliamo, di Russell in veste di direttore di ensemble / compositore d'avanguardia.
La prima metà, Instrumentals, fu registrata dal vivo fra il '77 ed il '78 e mostra un talento compositivo giovane ma già in grado di guidare i suoi uomini con partiture curatissime di una leggerezza disincantata e cristallina; fino alla traccia numero 10 siamo a livelli altissimi, se non ai vertici russelliani assoluti. Nel momento in cui chitarre e percussioni scompaiono e restano soltanto archi e fiati le arie si fanno plumbee e strettamente orchestrali, e l'approdo all'altro tassello dell'antologia, Tower of meaning è un passaggio del testimone emblematico.
Senza star neanche a discutere l'aspetto tecnico / concreto / compositivo, si tratta di materiale un po' troppo serioso e cupo per poter essere apprezzato, complice anche un minutaggio importante. Quando si arriva all'ultimo inedito isolato, lo Sketch for the face of Helen, sembra davvero uno scherzo: 10 minuti di elettronica primitiva e gorgogliante che non portano pressochè da nessuna parte, ma perlomeno si respira un po' di aria fresca.
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