In questa variante del piano preparato Scott non fu il primo, ma senz'altro questo campionario di artifizi riesce a stare in piedi da solo e si può anche ignorare la reale provenienza del suono per ricavarne un ascolto magico.
Professore di musica nell'Oregon e nel Colorado, Scott ha dedicato la sua (pur parca) produzione discografica alla tecnica che prevede la vibrazione delle corde del grand piano con fili di nylon; l'effetto finale è quello di un suono espanso e riverberato che assomiglia ad un combo di archi, con particolare assonanza al violoncello nelle parti solitarie, e persino al sitar in altri momenti.
Ma l'aspetto più interessante è che New Music in sè avvolge i sensi a causa della bellezza intrinseca delle partiture e del suo minimalismo dronico stratificato; se consideriamo che correva l'anno 1984, è stato anche discreto anticipatore di correnti attualmente radicate nell'underground.
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