domenica 20 ottobre 2013

Sand - Golem (1974)

Dire "un anomalia della scena tedesca" non è corretto, perchè essere anomali era la regola e non l'eccezione, però può aiutare un minimo a capire di che pasta erano fatti i Sand, trio sassone autore soltanto di questo Golem. Anticipatori del folk apocalittico e di atmosfere ottenebranti di certo suono industriale e quindi spontaneamente omaggiati da Tibet e Stapleton anche in termini di ristampe, erano i fratelli Papenburg a basso, chitarra e synth + lo strambo cantante Vester.
Non c'è da dire altro che il disco è di una lungimiranza devastante, eccetto la produzione di Klaus Schulze che indugiò un po' troppo sugli aspetti stoned-spaziali finendo per impastare un po' il suono. L'assenza di batteria provoca uno strano senso di galleggiamento, ed è uno dei motivi per cui si resta un po' contrariati al primo ascolto, ma già al secondo si capisce che questi erano freak d'avanguardia: le spirali ottundenti, gli accordi dolenti e il canto sommesso di Helicopter, le movenze caracollanti nel vuoto di The old loggerhead e soprattutto i 10 minuti di stupefacente thriller che strabordano in Sarah fanno capire che non scherzavano per niente e nulla c'entravano con i pur sodali contemporanei.
Diventa anche logico spiegarsi la dissolvenza nel nulla, chè allora dovevano essere ostici persino alle orecchie più aperte.

1 commento:

  1. Ecco cosa diventò parte della band: http://www.youtube.com/watch?v=z9zwvCvAgCU

    Per me, se non altrettanto "Mitici", di sicuro altrettanto favolosi e stranianti! :)

    Vincenzo

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