E' sempre un po' il compimento di un piccolo sogno, trovarsi di fronte ad uno dei propri miti. A vent'anni da quando comprai ed ascoltai Bridge, riesco a veder suonare il caro vecchio Mark, sabato sera al Bronson.
Come pre-annunciato dallo staff, un live in solitaria della durata di due ore. Saluto con piacere il ritorno ad una forma compositiva stellare per il nostro, iniziata 4 anni fa con Admiral fell promises; il nuovissimo Benji è zeppo di belle songs, ricche di pathos come soltanto lui può catturarle in aria, riversarle sulla chitarra acustica (davvero notevole il suo fingepicking) e contornarle di quella voce, quella voce, quella voce.....Diretta verso il mezzo secondo di età quella voce è matura, forse lievemente arrochita, e così stagionata suona quasi meglio di 20 anni fa.
Ovviamente non ricordo neanche un titolo, riconosco qualcuna delle più belle, ma....neanche una vecchia nella scaletta, questo il mio unico rimpianto. Mark sembra aver cancellato il passato RHP, unica pecca di un concerto che lo ha visto come sua abitudine scherzare col pubblico, chiedere il dialogo e snocciolare battute ridanciane. Ma nel complesso sono state due ore incantevoli, caro vecchio Mark.
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