Uno dei tanti motivi per cui PR diventò un mito, una leggenda, un istituzione fu questo gesto assolutamente ribelle, per non dire punk, uno sberleffo metaforico ai piani alti. Durante gli ultimi giorni della programmazione, a fine 1996, i conduttori di turno erano i grandissimi Rupert (dissacrante, gigioneggiante, casinista) e Mixo (illuminista, enciclopedico e raffinato, il mio preferito in assoluto) ai quali toccò dare il triste annuncio (con un brevissimo preannuncio, peraltro) che il programma era ormai tagliato fuori dai palinsesti Rai futuri, per motivi sconosciuti. Era già la seconda volta in cui il Pianeta veniva spento, dopo la breve interruzione a fine '94: in quel caso la valanga di proteste dei fans aveva compiuto il miracolo di operare la rinascita dopo poco tempo, ma questa volta non c'era proprio nulla da fare. I piani alti avevano definitivamente ucciso un'immenso flusso culturale.
Ebbene, in quegli ultimi giorni R&M si fecero beffe dei canoni commerciali della radio e diedero alle onde proprio quello che pareva loro, incuranti di ogni direttiva potesse arrivare dagli uffici marketing. Non che non avessero mai ricevuto indicazioni in precedenza, per carità, ma trasmettere cose come Third reich'n'roll dei Residents o Sequenze e frequenze di Battiato sarebbe stato un gesto arduo persino per il turno più coraggioso e meno ascoltato di Stereonotte.
Questa mia piccola selezione comprende, oltre ai due sopracitati, Henry Cow, Grand Funk Railroad, Lizard dei King Crimson e Jefferson Airplane, nonchè i commenti didascalici dei due fenomeni. Comune denominatore di questi, trattavasi di pezzi oltre i 10 minuti di durata. Così con questo ultimo lucente colpo di coda Planet Rock mi impartiva l'ultima, preziosissima lezione di storia della musica e mi lasciava con l'amaro in bocca per la fine di una storia irripetibile, ma anche con la consapevolezza che davanti a me avevo un altro gigantesco pianeta di musica tutto da esplorare, per tutta la vita.
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