(scritta da G.C.)
Originaria del New Jersey, Danielson Famile è effettivamente una famiglia (allargata) composta, all’epoca, da una dozzina di giovanissimi mattacchioni (bimbetti inclusi): moglie, figlia, fratelli (germani o meno), amici, nonché il condottiero Daniel Smith, autore anche di opere in proprio col nome di Brother Danielson.
L’album forma un dittico col precedente Tri-Danielson!!! (Alpha), pubblicato nel 1998.
Il credo della Famiglia è il Cristo, i loro intenti devozionali, il rock un medium per divulgare la fede. D’altra parte Alpha/Omega, prima e ultima lettera dell’alfabeto greco, il principio e la fine, è un termine simbolico con cui lo stesso Redentore si appellò immodestamente nel suo incontro con San Giovanni sull’isola di Patmos.
Fratello Daniel, rinato teologicamente durante i suoi anni universitari, imbraccia la chitarra acustica come una Bibbia e guida i suoi giovani crociati in una serie di canzoni gospel ‘bianche’ dagli arrangiamenti bislacchi ed irresistibili. Il falsetto micidiale di Smith fa da guida ad una sarabanda sonora di silofoni, organetti, percussioni, coretti, controcanti e sassofoni. Dal vivo le ragazze della Famiglia si presentano con divise da infermierine a rammentare visivamente la guarigione spirituale indotta dalla musica sull’uditorio oppure (Smith) vestiti da albero a simboleggiare i frutti donati dallo Spirito Santo; la sensazione è quella di un Esercito della Salvezza infervorato e dalla religiosità elementare, ma sincera ed aperta, propria di alcuni gruppi cristiani americani.
Cutest Lil’ dragon, Idiot Boksen, Sold! To the nice rich man!, Deeper than our Gov’t, Nose knows, l’esilarante Failing a test= Falling in love sono i risultati godibilissimi di questa accolita di strimpellatori devoti, più vicini, temiamo per loro, a certe ingenue coloriture da comune hippy che a uno stretto apostolato cristiano.
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