Ok, è la classica antologia che recupera i pezzi sparsi in giro fuori dagli album, che di solito viene rilasciata in un momento di svolta, o di transizione, oppure subito dopo lo scioglimento. Ma essendo stati i 3MP uno dei gruppi fondamentali dei 90's in ambito alternative americano, non si può bollarla certo come trascurabile. A maggior ragione del fatto che è un doppio cd ma non ha pressochè momenti deboli, che copre quasi tutto il ventaglio di stili che con essenzialità e mirabili risultati Jenkins, Smith e Zinser hanno esposto nel trio di album.
Giustizia piena alle tracce che rischiavano di restare appannaggio di quei pochissimi che si assicurarono un po' di pezzetti di vinile: il caso più clamoroso è l'accoppiata del 97 Piano Plus / Piano Minus, titoli work in progress per le cose più vicine al progressive che abbiano mai fatto, insieme alla South di Another Desert, Another Sea. Sono soltanto due esempi di ispiratissimo songwriting e passaggio quasi definitivo del master-bassman Smith alle tastiere , stravolgendo di fatto l'assetto globale. Per non parlare della magnificamente caotica Red Sensing, inedito del 96, o della struggente malinconia di The approach.Mi è difficile tracciare una linea cronologica o di settori per descrivere il faldone di queste meraviglie, mi tocca andare alla rinfusa: Jadulastan requiem è uno strumentale di vago sapore mediorientale per organo e clarinetto delirante, un'episodio isolato quanto straniante.
A giudicare dalla quantità di pezzi datati 96, si penserebbe che ADAS sarebbe potuto diventare un doppio album e la qualità non ne avrebbe risentito: potenti ed emotive, This divine crown, Terry D e As all the fish go on parade, stanno lì a testimoniarlo.
Dai primi periodi due preziosi inediti: l'inquietante melodramma ossessivo di Nussun, il live di The Ur-Quan Destroyer, in pieno e cupissimo stile Nà vuccà dò lupù. Invece i pezzi del 1998, in parte indirizzati ad un 4° album mai realizzato, erano contrassegnati da un ulteriore concessione generica alle melodie, da un songwriting quasi accattivante. Se nella stragrande maggioranza dei casi un ammorbidimento corrisponde ad un sensibile calo qualitativo, non era certo così per i 3MP. Dalle rilassate e caracollanti The house is loss e In this town I awaken si passa alla vivace The trail fino all'imprevedibile (e bellissimo) pseudo-lounge di Cyrus; proprio da queste tematiche ripartiranno con il disco della reunion dell'anno scorso.Citazione finale per i due sommessi minuti di Tripoli, delicatissimo bozzetto solista di Smith al piano. Nel booklet del cd Jenkins effettua una serafica cronistoria di tutte e 23 le tracce, a tratti con sottile ironia. Era il 1999 e senza annunci di sorta i 3MP non esistevano più, all'apice della loro popolarità sotterreanea e della loro brillante forma artistica.
Giustizia piena alle tracce che rischiavano di restare appannaggio di quei pochissimi che si assicurarono un po' di pezzetti di vinile: il caso più clamoroso è l'accoppiata del 97 Piano Plus / Piano Minus, titoli work in progress per le cose più vicine al progressive che abbiano mai fatto, insieme alla South di Another Desert, Another Sea. Sono soltanto due esempi di ispiratissimo songwriting e passaggio quasi definitivo del master-bassman Smith alle tastiere , stravolgendo di fatto l'assetto globale. Per non parlare della magnificamente caotica Red Sensing, inedito del 96, o della struggente malinconia di The approach.Mi è difficile tracciare una linea cronologica o di settori per descrivere il faldone di queste meraviglie, mi tocca andare alla rinfusa: Jadulastan requiem è uno strumentale di vago sapore mediorientale per organo e clarinetto delirante, un'episodio isolato quanto straniante.
A giudicare dalla quantità di pezzi datati 96, si penserebbe che ADAS sarebbe potuto diventare un doppio album e la qualità non ne avrebbe risentito: potenti ed emotive, This divine crown, Terry D e As all the fish go on parade, stanno lì a testimoniarlo.
Dai primi periodi due preziosi inediti: l'inquietante melodramma ossessivo di Nussun, il live di The Ur-Quan Destroyer, in pieno e cupissimo stile Nà vuccà dò lupù. Invece i pezzi del 1998, in parte indirizzati ad un 4° album mai realizzato, erano contrassegnati da un ulteriore concessione generica alle melodie, da un songwriting quasi accattivante. Se nella stragrande maggioranza dei casi un ammorbidimento corrisponde ad un sensibile calo qualitativo, non era certo così per i 3MP. Dalle rilassate e caracollanti The house is loss e In this town I awaken si passa alla vivace The trail fino all'imprevedibile (e bellissimo) pseudo-lounge di Cyrus; proprio da queste tematiche ripartiranno con il disco della reunion dell'anno scorso.Citazione finale per i due sommessi minuti di Tripoli, delicatissimo bozzetto solista di Smith al piano. Nel booklet del cd Jenkins effettua una serafica cronistoria di tutte e 23 le tracce, a tratti con sottile ironia. Era il 1999 e senza annunci di sorta i 3MP non esistevano più, all'apice della loro popolarità sotterreanea e della loro brillante forma artistica.
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