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I protagonisti sono organo e batteria: il primo stende i tappeti-guida e svisa con corto-circuiti acidi, la seconda mitraglia colpi a frequenza supersonica indugiando su tom e timpani senza staccare un attimo. Anche la chitarra gioca la sua parte deragliante con rasoiate d'abbellimento, mentre le voci sono limitate a casuali e spiritati cori.
L'iniziale Empty Legs è la più rock del lotto, ma lo stile è già ben atipico. Da Embryo Imbroglio inizia il vero festival del trio, fatto di tirate instancabili, brevi break riverberati, cervellotiche progressioni. Self with yourself è il picco creativo, diviso in tre parti che apparentemente non hanno nulla a che vedere fra di loro: la prima fatta di scale maggiori su ritmo dispari, la seconda dissonante delirio di organetti e percussioni serratissime che manda fuori di testa, la terza grattugiata di chitarra minimali in saturazione. Pregnant friends è il loro tributo alla psichedelia della seconda metà dei sixties, fino a quando non si entra nel vortice metallico inaudito.
La title-track chiude con 9 minuti labirintici, un collage dei loro nonsense divertiti, e persino uno straccio di melodia coerente nel finale.
Gasatissimi.
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