giovedì 21 luglio 2011

This Mortal Coil - It'll End In Tears (1984)

Soltanto il boss di un'etichetta poteva permettersi uno sfizio del genere, molto narcisista ma che dopotutto ci poteva stare. IWR Aveva fondato la 4AD in piena epoca punk, si era fatto da solo e seguendo con grande fiuto le tendenze della new-wave aveva portato al successo artisti talentuosi come poche altre indipendenti hanno fatto nella storia.
Ora, come tutti sanno, TMC era un antologia e non entità indipendente, e questo disco soffrì di una disomogeneità impressionante, finendo per sprecare i protagonisti coinvolti, come d'altra parte succede nel 99% delle raccolte Various Artists.
Un auto-tributo, insomma. Un atto di giustizia fu senz'altro il ripescaggio della buckleyana Song to the Siren, che ottenne un discreto successo a livello britannico. Giusto celebrare l'artista e riportarlo in luce, ma non mi si venga a dire che c'è confronto con l'originale, con tutto il rispetto per la Frazer che la interpreta.
I momenti migliori sono i due pezzi della Gerrard, mistica ed ispirata come sempre, e l'altro palco della Frazer alle prese con una cover cameristica di Roy Harper. Per il resto non c'è molto da salvare: i tre pezzi con Sharp dei Cindytalk sono troppo manieristici e scontati, Devoto fa il compitino senza entusiasmo. Infine, imbarazzanti la cover dei Wire cantata da Grey e i due strumentali firmati IWR. Soltanto un boss carismatico come lui poteva permettersi di fare figuracce del genere, sapendo di non correre troppi rischi da tanto che era sulla cresta dell'onda.

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