Non posso dire pressochè nulla sugli Ulver perchè questo è l'unico loro disco che conosco (lo so, sono colpevole e lo ammetto), ma, al netto di una certificata schizofrenia creativa nel corso della loro ventennale carriera, posso solo asserire che Shadows of the sun è un gioiello di ambient-rock in cui l'inevitabile retaggio scandinavo viene splendidamente contaminato da arie simil-gotiche di ispirazione britannica, per formare un ibrido di raffinato impressionismo.
Si prenda All the love, una delle vette in lista: dopo un intro celestiale per cori, il pezzo prende quota, entra la batteria e, voce a parte, non siamo molto distanti dal David Sylvian degli anni '80. Rimango stregato dalle atmosfere avvolgenti, generalmente ispirate da un piano acustico bello riverberato, dalle linee vocali e dalle impennate compositive: Like Music, Vigil, Funebre sono le altre gemme più preziose di questo magico crepuscolo.
Premesso che ritengo Shadows il loro capolavoro assoluto, tuttavia devo dire che il recente Messe ci va molto vicino come qualità. Te lo consiglio caldamente.
RispondiEliminaDovrei decisamente approcciare la discografia degli Ulver, e prima o poi ce la farò. Grazie per il consiglio
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