Non dev'esser stato facile realizzare questo disco per gli US Christmas, band abbastanza prescindibile del rooster Neurot che normalmente si abbevera ad una fonte anacronistica di rock psychedelico pesante, ai confini con lo space-rock quanto il metal quanto lo stoner. A seconda dei punti di vista, per il loro pubblico abituale può esser sembrato un colpo di spugna alle ambizioni quanto un coraggioso tentativo di rompere con gli (abusati) stili a cui lo avevano abituato, complice anche un rimescolamento drastico della line-up
Trattasi di un pezzo unico di quasi 40 minuti che evita quasi del tutto chitarroni e fattanze hawkwindiane del passato (unico comune denominatore un lungo assolo di chitarra nella parte centrale, non a caso il momento più debole) per entrare in un limbo di abbandono alla malinconia più inguaribile, lambendo il post-rock più solenne (dinamiche quasi alla GYBE!, violino in evidenza) e andando addirittura a sfiorare territori slow-core (il canto debosciato, il ritmo piuttosto lento). Diviso in 3 fasi significative, il mattone finisce per diventare qualcosa di epico che non genera certamente nuovi mostri ma può far breccia nel cuore di più audiences.
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