L'aveva vista giusta Dorrian, screamer dei primi Napalm Death, che lasciò al momento giusto band e death-metal per imbarcarsi nell'avventura cattedralistica che incredibilmente dura ancora (in questi mesi esce il 9° disco intero). Con al suo fianco il fedelissimo chitarrista Jennings, dotato di voce sempre metallosa ma modulata, ha dato vita ad un progetto che prendeva in dosi eguali da Black Sabbath, heavy metal, doom canonico alla Saint Vitus, e perchè no, anche un po' di progressive come in questo maxi-EP di oltre 40 minuti.
Ai tempi erano pompatissimi da Rockerilla, un po' meno da Rumore ma erano comunque molto in vista in Inghilterra dove rivaleggiavano con i Paradise Lost, rispetto ai quali erano molto meno seriosi (ricordo un video spiritosissimo in cui evidentemente ironizzavano sulla presunta venatura orroristica della loro musica, incappucciati e con facce sconvolte) ed intransigenti.
Cosmic requiem era un disco molto vario: le aperture melodiche di grande respiro e le divagazioni di mellotron di Cosmic funeral, la galoppata feroce dell'esaltante Hypnos 164, le disperate e dolorose spirali di A funeral request.La suite di 22 minuti di The Voyage Of The Homeless Sapien parte come una delicata ballad folk-prog (mellotron, flauti, chitarre limpide, voce pulita). Ma anche quando parte la mannaia iommiana a bassissimi bpm resta aperta la porta delle divagazioni, che periodicamente si ripetono. Il ricordo dei supremi padri ispiratori di Sabotage si ode più o meno ovunque, ma i Cathedral erano bravi e preparati.
Ai tempi erano pompatissimi da Rockerilla, un po' meno da Rumore ma erano comunque molto in vista in Inghilterra dove rivaleggiavano con i Paradise Lost, rispetto ai quali erano molto meno seriosi (ricordo un video spiritosissimo in cui evidentemente ironizzavano sulla presunta venatura orroristica della loro musica, incappucciati e con facce sconvolte) ed intransigenti.
Cosmic requiem era un disco molto vario: le aperture melodiche di grande respiro e le divagazioni di mellotron di Cosmic funeral, la galoppata feroce dell'esaltante Hypnos 164, le disperate e dolorose spirali di A funeral request.La suite di 22 minuti di The Voyage Of The Homeless Sapien parte come una delicata ballad folk-prog (mellotron, flauti, chitarre limpide, voce pulita). Ma anche quando parte la mannaia iommiana a bassissimi bpm resta aperta la porta delle divagazioni, che periodicamente si ripetono. Il ricordo dei supremi padri ispiratori di Sabotage si ode più o meno ovunque, ma i Cathedral erano bravi e preparati.
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