Ai tempi erano pompatissimi da Rockerilla, un po' meno da Rumore ma erano comunque molto in vista in Inghilterra dove rivaleggiavano con i Paradise Lost, rispetto ai quali erano molto meno seriosi (ricordo un video spiritosissimo in cui evidentemente ironizzavano sulla presunta venatura orroristica della loro musica, incappucciati e con facce sconvolte) ed intransigenti.
Cosmic requiem era un disco molto vario: le aperture melodiche di grande respiro e le divagazioni di mellotron di Cosmic funeral, la galoppata feroce dell'esaltante Hypnos 164, le disperate e dolorose spirali di A funeral request.La suite di 22 minuti di The Voyage Of The Homeless Sapien parte come una delicata ballad folk-prog (mellotron, flauti, chitarre limpide, voce pulita). Ma anche quando parte la mannaia iommiana a bassissimi bpm resta aperta la porta delle divagazioni, che periodicamente si ripetono. Il ricordo dei supremi padri ispiratori di Sabotage si ode più o meno ovunque, ma i Cathedral erano bravi e preparati.
Nessun commento:
Posta un commento