mercoledì 7 luglio 2010

Singer - Unhistories (2008)

Devo candidamente ammettere che di questo disco c'ho capito poco, prima dell'ascolto ero eccitato per via della presenza del grande Lowe, mentre sugli Us Maple devo ammettere di avere una carenza totalitaria che prima o poi dovrò riempire. E il sound del suo bassone è prettamente inconfondibile, ma qui non c'è proprio nulla a che vedere di quella grande band, i 90 Day Men, che io personalmente rimpiango non poco.
Qui siamo di fronte ad un esperienza inqualificabile, che lascia a dir poco spiazzati. Tutto il pastone che costituisce Unhistories sembra frutto di un improvvisazione schizofrenica, completamente slegata, priva di punti di riferimento, come un mal di mare incontrollabile.
Sottolineo la parola improvvisazione, anche se nessuno deve sentirsi in diritto di dire che tale sia, a parte i Singer stessi. Cerco di trovare qualche riferimento: degli Storm And Stress melmosi e cupi, perciò con poca voglia di giocare, uniti a dei TV on the Radio sotto morfina e debilitati. Dei primi riprendono le fratture arrangiative totali e labirintiche, lo stile chitarristico didascalico di Rittman che però a tratti è blueseggiante.
Dei secondi una attitudine black che deriva senz'altro dai vocalizzi souleggianti di Lowe; è tutto un festival atonale e aritmico, che non diventa glaciale perchè qualche sprazzo melodico spunta fuori in qua e in là, ma è talmente coraggioso che diversi ascolti consecutivi non aiutano a sbrogliare alcuna matassa.
Astrusi.

(originalmente pubblicato il 15/03/2010)

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