Secondo volume del side project strumentale occasionale dei Van Der Graaf Generator. Il primo volume vedeva il fisso coinvolgimento di Evans e Jaxon, più il re-inserimento del bassista Potter, quello che aveva lasciato il generatore a metà di H to He per lo sconcerto della follia latente nel gruppo. Banton appariva soltanto come special guest in un pezzo, in un disco timidamente folk-prog banale e insipido. Sette anni dopo, la proprietà è quasi tutta di Potter per la seconda puntata, che scrive 3/4 del disco e mette in scena un ambiente particolarissimo, fantasioso e poliedrico, ovviamente col supporto della leggendaria batteria di Evans, che cattura sempre e comunque l'attenzione.
Oltre che rivelarsi bassista di prim'ordine, liquido e compatto, Potter si destreggia anche ai synth e alle chitarre. Il risultato è un sound che non ha quasi nulla in comune nè col prog nè coi VDGG, chiaramente incentrato sulle ritmiche ma con spunti davvero irresistibili tipo l'insidiosa Elsham Road, l'elettronica krauta ritmata di Dolphins, la cingolata Carnival. Perla del lotto Indian, che si potrebbe sintetizzare in un incrocio fra Jah Wobble e i corrieri cosmici tedeschi.
Altrove Evans cerca di ritagliarsi uno spazio tribale con Zen e Agua blanca, atonali escursioni di puro percussivismo. E riesce anche a tirar fuori l'elegia finale per synth di Welcombe mouth, con l'intervento sempre creativo di Jaxon e concretismi di risacca marina e vento.
Per farsi onore senza il leader carismatico.
Oltre che rivelarsi bassista di prim'ordine, liquido e compatto, Potter si destreggia anche ai synth e alle chitarre. Il risultato è un sound che non ha quasi nulla in comune nè col prog nè coi VDGG, chiaramente incentrato sulle ritmiche ma con spunti davvero irresistibili tipo l'insidiosa Elsham Road, l'elettronica krauta ritmata di Dolphins, la cingolata Carnival. Perla del lotto Indian, che si potrebbe sintetizzare in un incrocio fra Jah Wobble e i corrieri cosmici tedeschi.
Altrove Evans cerca di ritagliarsi uno spazio tribale con Zen e Agua blanca, atonali escursioni di puro percussivismo. E riesce anche a tirar fuori l'elegia finale per synth di Welcombe mouth, con l'intervento sempre creativo di Jaxon e concretismi di risacca marina e vento.
Per farsi onore senza il leader carismatico.
(originalmente pubblicato il 01/04/2010)
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