Innanzitutto il nome del gruppo, uno dei più memorabili che siano passati alla storia. Inizialmente li vedevo nelle pubblicità della Mellow e pensavo che fosse uno di quei bizzarri ensemble progressive diseppelliti dagli scaffali degli anni '70. In realtà i toscani erano dei rock'n'rollers sanguigni e viscerali in lingua inglese che attingevano dalla new-wave (certe linee di basso, certe atmosfere quasi in stile Echo & The Bunnymen senza però il senso di melodramma, certe cavalcate in stile Cult) quanto dall'hard-rock (le chitarre impetuose), con il plusvalore di un ottimo cantante, detto il Lungo, dotato di timbro possente e profondo che non disdegnava qualche inflessione alla Morrison.
Detto questo, l'omonimo del 1988 si segnalava come debutto lungo dopo l'entusiasmante EP Electric Tribe di un bienno prima. Non avrebbero mai cambiato la storia del rock ma avevano senz'altro grinta e sudore da vendere, in questi 8 pezzi trascinanti e più o meno tutti molto simili. Di conseguenza è ovvio che l'unico lento in scaletta si differenzi dal resto, anche perchè è il migliore; Pretty ways of our mind, autentico punto d'incrocio fra post-punk e acid-rock fine anni '60.
Detto questo, l'omonimo del 1988 si segnalava come debutto lungo dopo l'entusiasmante EP Electric Tribe di un bienno prima. Non avrebbero mai cambiato la storia del rock ma avevano senz'altro grinta e sudore da vendere, in questi 8 pezzi trascinanti e più o meno tutti molto simili. Di conseguenza è ovvio che l'unico lento in scaletta si differenzi dal resto, anche perchè è il migliore; Pretty ways of our mind, autentico punto d'incrocio fra post-punk e acid-rock fine anni '60.
(originalmente pubblicato il 15/02/2010)
cacchio ma questi sono di carrara, la mia citta un mito ...
RispondiElimina