giovedì 8 luglio 2010

VV.AA. - Control Me (Itself #5 1997)

E sempre a proposito di noise-rock italiano di metà anni '90, mi urge fare un post-tributo a quella piccola meraviglia di fanza che era Itself. La titolare del progettino era Monia, una ragazza simpaticissima di Pescara che si era lanciata in un impresa amanuense e di reportage passionale, tutto con uno spirito estremamente informale e indie. Lavorava in una tipografia, dove preparava le sue copie da distribuire al manipolo che la seguiva; il lavoro editoriale era quasi esclusivamente suo, andava a più concerti possibile, intervistava i gruppi (anche se alla fine più che interviste erano chiacchierate, e quindi più interessanti della media delle interviste sulle riviste), c'era qualcuno che la aiutava (persino io scrissi un paio di reviews). Con lei facevo scambi di cassette sdoppiate, davvero altri tempi...
Ma evidentemente stava diventando più grande di lei e così, credo al n. 5, esaurita tirò i remi in barca e chiuse l'allegra baracca. Fece in tempo, però, a compiere l'impresa titanica di realizzare una tape compilation, chiamata Control me. Eccola qua; già era lo-fi, adesso che l'ho rippata lo è ancora di più.
Quasi tutti i gruppi presenti sono italiani, prevalentemente impostati sul noise che raccoglieva tanti consensi ai tempi. Si guardava a Chicago, New York, alla T&G, alla AR, come modelli d'ispirazione. Parto dai migliori: i romani Crunch, con un wall of sound pauroso e il growl isterico di Amici, erano una grezzissima e sgraziata versione degli Helmet, bravi. I toscani Mirabilia invece facevano un garage-dream-psichedelico, comprai i loro demo, avevano delle belle trovate vintage melodiche. I Jinx erano la variante brianzola degli Unsane, e Unreal è davvero notevole. I Larsen, credo l'unico gruppo attualmente ancora in vita, proponevano uno strumentale power-dub che faceva intravedere la loro mutazione in atto verso il post-rock. Davvero bravi invece gli umbri Niumonia con No, una suite space-epic di 8 minuti dalle innumerevoli sfumature e soluzioni, mi piacerebbe sentire qualcos'altro di loro. Ospiti esteri erano gli Headcleaner, band inglese altrettanto rivolta oltreoceano, nulla di eccezionale in merito.
Gli altri nomi in scaletta (c'era anche il gruppo di Monia, le Joyce Whore Not) erano sotto la media e sono inevitabilmente caduti nel dimenticatoio, a parte i Three Second Kiss che fecero ancora qualche disco negli anni successivi. Poi logicamente anche Itself è andata nell'oblio totale, ma spero di avere reso una bella testimonianza.
Ciao Monia!

(originalmente pubblicato il 13/04/2010)

2 commenti: