Il classico caso di artista che si fregia di uno stile così personale ed unico da potersi permettere di fare sempre le stesse cose vita natural durante. E non a caso è amatissimo anche all'estero.
A 40 anni suonati faceva il terzo album e non era ancora al suo apice di successo ma già realizzava classici irresistibili come Bartali o la title-track. Arrangiamenti asciutti di gran classe già vintage ai tempi e strumentisti raffinati alla base, Conte si ritaglia una figura unica: la voce non eccelsa tecnicamente, bensì teatrale e interpretata con quell'indolenza magnetica che fulmina e cattura l'attenzione. Per non parlare dei testi eccezionali, rime geniali e pillole di filosofia spicciola quotidiana. Da questa decina di pezzi estraggo come highlights, oltre ai due sopracitati, la rarefatta apertura di La donna d'inverno con i suoi accordi sospesi di piano e la sommessa Uomo camion.Il mio preferito è lo splendido Angiolino, dalla doppia faccia melanconica / sorniona nel cambio da strofa a chorus, con tanto di assolo di bouzouki e gran bel suono viscido di basso, ed un testo di surreale inno all'amicizia da incorniciare.
Naturalmente, in stile.
I gusti trasversali ... Paolo Conte è uno dei miei autori italiani preferiti e questo album è davvero un classico!
RispondiElimina"... che son degli abissi di tiepidità
dove come oceani notturni ...".
Il primo disco dell'avvocato di Asti che ho preso è stato "Concerti" un live quindi. Grande dimensione e interpretazione senza le orchestrazioni jazz che ora in concerto fa, lo consiglio veramente, fra l'altro c'è Angiolino ...
Eccoti qua, speravo proprio venisse fuori un amico a darmi un consiglio, visto che oggi questo disco mi si è attaccato addosso di brutto e Angiolino mi piace così tanto che oggi l'avrò sentita 4-5 volte :-)
RispondiEliminaPer caso hai un link a portata di mano? Non lo trovo...