Anche questo nasce dalla curiosità di svangare nella classifica dei best del decennio di Blow Up: almeno 5-6 firme hanno inserito questo disco e allora ho pensato, bè lo snobbai per prevenzione quando erano pompatissimi e perchè non sentirlo ora?
Prevenzione perchè io ho sempre detestato il rap, o hip-hop o come lo si voglia chiamare. Sono allergico a quella che definisco, più che musicale, una forma di intrattenimento messa in atto da poseur che snocciolano rime all'infinito, senza pressochè alcuna velleità letteraria e/o artistica.
Se poi mi vengono in mente i rapper italiani, poi, la pelle d'oca è quasi istantanea.
Comunque, questo trio americano ebbe la sua bella riconoscenza all'uscita del primo omonimo, che poi consisteva in una raccolta di 6 singoli tutti usciti in precedenza. Blow Up, come detto, impazzì per loro e io l'ho sentito solo adesso. Le sonorità sono davvero affascinanti e ci sono dei momenti molto alti: Apt. A (2), I promise never to get paint...(2), Bike (2), Jimmy Breeze (1), su tutti. E' un disco colorito e vario, in cui si mette in scena una sorta di rap cosmico e dopato oltre misura, costituito essenzialmente di beat-boxes, synth e samples come di rigore, con ritmiche lente e strascicate, ottimi momenti di ambient pura (Clouddead number five 1+2), trafigurazioni e paradossi surreali. Certo, il rappato non manca e per la mia allergia non è un gran bene, ma non inficia la qualità strumentale di fondo di questo bel dischetto. A detta di tutti, molto innovativo. Io sono troppo limitato per poterlo giudicare.
Prevenzione perchè io ho sempre detestato il rap, o hip-hop o come lo si voglia chiamare. Sono allergico a quella che definisco, più che musicale, una forma di intrattenimento messa in atto da poseur che snocciolano rime all'infinito, senza pressochè alcuna velleità letteraria e/o artistica.
Se poi mi vengono in mente i rapper italiani, poi, la pelle d'oca è quasi istantanea.
Comunque, questo trio americano ebbe la sua bella riconoscenza all'uscita del primo omonimo, che poi consisteva in una raccolta di 6 singoli tutti usciti in precedenza. Blow Up, come detto, impazzì per loro e io l'ho sentito solo adesso. Le sonorità sono davvero affascinanti e ci sono dei momenti molto alti: Apt. A (2), I promise never to get paint...(2), Bike (2), Jimmy Breeze (1), su tutti. E' un disco colorito e vario, in cui si mette in scena una sorta di rap cosmico e dopato oltre misura, costituito essenzialmente di beat-boxes, synth e samples come di rigore, con ritmiche lente e strascicate, ottimi momenti di ambient pura (Clouddead number five 1+2), trafigurazioni e paradossi surreali. Certo, il rappato non manca e per la mia allergia non è un gran bene, ma non inficia la qualità strumentale di fondo di questo bel dischetto. A detta di tutti, molto innovativo. Io sono troppo limitato per poterlo giudicare.
Al genere tendo repellenza anch'io, fermo ai De La Soul con un appendice ai Cypress Hill, mi son visto qualche video sul Tubo e proprio a quest' ultimi ho pensato.
RispondiEliminaIo neanche quelli, veramente...Proprio zero.
RispondiEliminanon ho mai sopportato questo snobbare il rap e declassarlo a spazzatura, non almeno al rap che infestava gli anni 80 e buona parte dei 90, ovviamente non quello più mangereccio. perchè bollare a priori un genere che ha significato molto per la comunità nera, è questo che non capisco. e dove anche bianchi (vedi bestie boys) hanno fatto vedere i sorci verdi.
RispondiEliminaTi capisco benissimo, anch'io non sopporterei la prevenzione nei confronti di un genere musicale che amo molto. Ma il mondo è bello perchè la pensiamo tutti diversamente, è bello scambiare obiettivi e punti di vista differenti.
RispondiEliminaL'importante è che non se ne faccia una questione nero/bianco, eh!