Non un tributo cinematografico, bensì un caso di omonimia e di derivazione musicale. Texani e quindi accasati inevitabilmente alla corte di Coffey, i PN fanno (facevano?) un post-rock strumentale sulla scia dei June of '44 più meditativi (il drummer suona veramente simile a Scharin), nonchè della loro filiazione Shipping News. I due chitarristi hanno mandato a memoria la lezione di Pajo, e il quadro è pressochè completo. Machine is not broken li vedeva alle prese con un rilassamento generale rispetto ai precedenti episodi, in cui le chitarre non si distorcono praticamente più, ma cercano di lavorare più sulle tessiture.
Come nel caso dei Dianogah, i PN sono un gradevolissimo ascolto di sottofondo, in quanto gli spunti non mancano e la perizia strumentale è indiscutibile, ma stanno troppo all'ombra dei maestri del genere.
Solo per completisti e fans della categoria.
(originalmente pubblicato il 08/02/2010)
Come nel caso dei Dianogah, i PN sono un gradevolissimo ascolto di sottofondo, in quanto gli spunti non mancano e la perizia strumentale è indiscutibile, ma stanno troppo all'ombra dei maestri del genere.
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