Occorre sempre stabilire il limite fra buon senso di recupero e speculazione discografica, e nel caso del nostro campione si tratta ovviamente della prima opzione. Checchè se ne dica, la Cuneiform ha fatto benissimo a pubblicare questa appendice che forse di primo acchito potrebbe sembrare un po' confusionaria, salvo poi restare come sempre esterrefatti di fronte alla magia e non curarsene un granchè.
La BBC Session del 1972 è incredibile, suonata in coppia con uno splendido Monkman alle tastiere di sostegno. La sopraffina God Song di produzione MM, la minimalistica-ipnotica Fol de Rol con i gorgheggi sperimentali e i muggi di moog. Poi subentra l'aspetto teatrale di Little child con la voce abbassata fino a diventare irriconoscibile, la marcetta schizofrenica di We got an arts council grant e la psico-commediola di Righteous rumba. Tutto altamente coraggioso, fuori dai tempi e troppo avanguardistico per i grandi mercati.
Della Peel Sessions del 1974 è sempre un immenso piacere ascoltare le storiche e pastorali nenie di Alifib e Sea Song, sulle quali non occorre nessun commento superfluo. Il vaudeville di Soup song e la I'm a believer che io personalmente non ho mai apprezzato, completano il poker. L'uomo era già seduto e pacificamente dadista come solo lui poteva fare.
La title-track, inedita fino all'uscita della raccolta, si dice fosse la colonna sonora di un ipotetico film, ed è un esperimento ardito in stile End of an ear, fatto di svolazzi di organo, nastri al contrario, voci manipolate e sovrapposte. Un altra perla disotterrata dagli anni gloriosi.
Completano il quadro un trio di demos mai pubblicati, risalenti però agli anni in cui è uscita la raccolta, giusto per ingrassare la durata del cd. Blimey o'reily e Twas brilig sono due strumentali fatti con Hopper, il primo un beffardo loop di tromboni, il secondo un soft-jazz senza troppe pretese. Infine, The verb in solitaria, voce in primo piano e drone di synth in sottofondo, sottilmente tesa ma rappresentativa delle ultime produzioni del maestro, pacificato e finemente ripiegato su sè stesso, ma sempre speciale ed unico.
La BBC Session del 1972 è incredibile, suonata in coppia con uno splendido Monkman alle tastiere di sostegno. La sopraffina God Song di produzione MM, la minimalistica-ipnotica Fol de Rol con i gorgheggi sperimentali e i muggi di moog. Poi subentra l'aspetto teatrale di Little child con la voce abbassata fino a diventare irriconoscibile, la marcetta schizofrenica di We got an arts council grant e la psico-commediola di Righteous rumba. Tutto altamente coraggioso, fuori dai tempi e troppo avanguardistico per i grandi mercati.
Della Peel Sessions del 1974 è sempre un immenso piacere ascoltare le storiche e pastorali nenie di Alifib e Sea Song, sulle quali non occorre nessun commento superfluo. Il vaudeville di Soup song e la I'm a believer che io personalmente non ho mai apprezzato, completano il poker. L'uomo era già seduto e pacificamente dadista come solo lui poteva fare.
La title-track, inedita fino all'uscita della raccolta, si dice fosse la colonna sonora di un ipotetico film, ed è un esperimento ardito in stile End of an ear, fatto di svolazzi di organo, nastri al contrario, voci manipolate e sovrapposte. Un altra perla disotterrata dagli anni gloriosi.
Completano il quadro un trio di demos mai pubblicati, risalenti però agli anni in cui è uscita la raccolta, giusto per ingrassare la durata del cd. Blimey o'reily e Twas brilig sono due strumentali fatti con Hopper, il primo un beffardo loop di tromboni, il secondo un soft-jazz senza troppe pretese. Infine, The verb in solitaria, voce in primo piano e drone di synth in sottofondo, sottilmente tesa ma rappresentativa delle ultime produzioni del maestro, pacificato e finemente ripiegato su sè stesso, ma sempre speciale ed unico.
(originalmente pubblicato il 09/03/2010)
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