Nonostante il mio preferito resti sempre Nocturne, The scream resta lì col suo impatto storico e come inaugurazione di una delle formazioni più gloriose e di successo della wave inglese. L'iconoclastica vocalist e Severin avevano vissuto una crescita esponenziale grazie agli ingressi di McKay, in questa sede compositore di maggioranza, e del batterista Morris. Il primo in particolare fu uno dei primi chitarristi a coniare il linguaggio new-wave, con un linguaggio per nulla complicato ma di effetto innovativo per i tempi.
Scream vive la diretta di questo momento di transizione: ci sono ancora ingenue scorie punk (Carcass, Mirage, Nicotine Stain) ma sono gli ultimi scarichi di rabbia, giacchè i semi gotici stavano germogliando rapidamente. L'atmosfera di dramma urgente di Jigsaw feeling, l'angoscia malcelata di Overground, il teatrino di Metal postcard, sono tutti validi ma ancora si sente che manca qualcosa per fare il salto di qualità.
Che avviene comunque nei piccoli capolavori del disco, ovvero gli ultimi due pezzi. Il riff mesmerico di Suburban relapse è preludio ad un motivo ipnotico in accelerazione. McKay indovina il giro giusto in Switch, che di sicuro anticipa le atmosfere più meditative dei futuri Banshees. E' il pezzo più lungo in scaletta, è forte di una melodia difficilmente dimenticabile ed epica quanto basta per fungere da ponte con l'immediato futuro. Severin sta ancora abbastanza al suo posto, Siouxsie è già un classico caso carismatico. McKay e Morris lasceranno l'anno successivo alla vigilia di un tour, il resto è storia ben nota.
(originalmente pubblicato il 16/03/2010)
Scream vive la diretta di questo momento di transizione: ci sono ancora ingenue scorie punk (Carcass, Mirage, Nicotine Stain) ma sono gli ultimi scarichi di rabbia, giacchè i semi gotici stavano germogliando rapidamente. L'atmosfera di dramma urgente di Jigsaw feeling, l'angoscia malcelata di Overground, il teatrino di Metal postcard, sono tutti validi ma ancora si sente che manca qualcosa per fare il salto di qualità.
Che avviene comunque nei piccoli capolavori del disco, ovvero gli ultimi due pezzi. Il riff mesmerico di Suburban relapse è preludio ad un motivo ipnotico in accelerazione. McKay indovina il giro giusto in Switch, che di sicuro anticipa le atmosfere più meditative dei futuri Banshees. E' il pezzo più lungo in scaletta, è forte di una melodia difficilmente dimenticabile ed epica quanto basta per fungere da ponte con l'immediato futuro. Severin sta ancora abbastanza al suo posto, Siouxsie è già un classico caso carismatico. McKay e Morris lasceranno l'anno successivo alla vigilia di un tour, il resto è storia ben nota.
sinceramente questo è un gran disco..i miei preferiti peraltro son kaleidoscope e juju..
RispondiEliminaInarrivabile! Mai più così dirompenti, disturbanti e creativi. Kaleidoscope e Juju, gran begli album, li amo molto, ma in confronto a The Scream, e all'impatto che ebbe, diventano puro pop...
RispondiEliminaAPN
Invece il mio preferito (come ho peraltro scritto) è il live Nocturne, e non solo per la presenza di Ciccio Smith...
RispondiEliminaGran bel disco il Nocturne (lo amo anche quello), ma ha un difettino che possiamo dircelo giusto tra noi: Sue è stonatella :-)))
RispondiEliminaAPN
Secondo me le "stonature" di Nocturne sono fra le cose più belle del disco....E non lo dico ironicamente, veh!
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